Stanzetta della solidarietà di Mira
Da circa 10 anni a Mira Porte abbiamo questa “stanzetta”, che a dire di Don Alfredo (attuale parroco ospitante) dalle dimensioni assomiglia più ad un centro commerciale; apriamo due pomeriggi a settimana, uno per ricevere e l'altro per distribuire vestiario, giocattoli e altro.
Tutto è iniziato pian piano, prendendo il “testimone” dal gruppo di Treviso (Armando, Severina, ecc.) che raccoglievano per i profughi dell'ex-Yugoslavia, e man mano che arrivavano "clienti", arrivavano anche persone ad aiutarci, anche se delle volte ci viene un po’ di panico, la provvidenza non manca mai!
Che girano attorno a questa realtà siamo una quindicina di persone.
Delle volte ci meravigliamo come queste persone siano più o meno assidue collaboratrici,ci sono persone che neanche frequentano la chiesa.
Con noi Ramha, una signora marocchina, Stella una ragazza di 23 anni nigeriana, Gabriella una giovane signora che viene dall'Equador e una signora moldava, Valentina.
Da inizio novembre 2013 abbiamo con noi anche due ragazze scout di Mira che vengono ad aiutarci tutti i lunedì; facciamo loro tanta festa quando arrivano, e sono molto lanciate. Da tener presente che della parrocchia siamo solo quattro.
La fantasia non manca, un piccolo mondo ben rappresentato.
Molto spesso arriviamo a casa stanchi non tanto per il lavoro fisico, ma per “intessere questi rapporti”. Magari ci accorgiamo che quella signora è seria e cosi’ cerchiamo di affiancarla per capire se qualcosa non va; quelle due ragazze giovani che lavorano bene assieme cerchiamo di farle stare il più vicino possibile; qualche altra solleva delle perplessità a qualche iniziativa personale, ben venga! si fa di tutto perché la cosa si materializzi.
Patrizia una signora abbastanza depressa ci dice che viene da noi perché con noi si trova bene. Claudio le dà tanta attenzione e dice che si sente molto capita da lui............
-Lavora con noi Serenella, una signora con buon gusto. Un giorno è venuto un ragazzo di colore a chiederci un bel vestito per andare a cercare lavoro, non sapeva che lavoro, ma voleva un bel vestito. Serenella si è prodigata a cercarlo e addirittura ha staccato i bottoni da una camicia per rimetterli in una molto più elegante. Alla fine questo ragazzo avrebbe potuto cercare lavoro anche in un grand hotel!
-Vera, una cara signora molto sensibile e molto timida, vedendo la carenza di scarpe che avevamo, in prima persona si è esposta per andare a chiedere ad un negozio (di quelli che acquistando le scarpe da loro, ritirano e ti valutano il tuo usato), e cosi’ è arrivata con cinque mega scatoloni di scarpe sportive in buono stato.
-Il centro di igiene mentale dell'ospedale di Dolo, ci ha contattato perché aveva bisogno di indumenti per i loro ricoverati indigenti. Subito ci siamo prodigati a chiedere al sacerdote se rendeva pubblica la richiesta; sono già due volte che la signora Maria, un'infermiera del centro che io definisco un angelo, si viene a prendere il materiale.
-Giusto oggi un bimbo che si trovava con la mamma mi ha chiesto, guardandomi con due belli occhioni neri, se avevo un giocattolo per lui; l'ho accompagnato da Daniele e l'ho visto uscire con una super macchinetta di quelle che ci si può sedere per guidarle Non vi dico la gioia di questo piccolo, della mamma, ma ancor di più di Daniele stesso.
-Di recente abbiamo ospitato, in un fine settimana del mese di novembre scorso, alcuni giovani iscritti alle “72 ore con le maniche in su” (iniziativa della Caritas Veneziana tesa a far fare esperienza di volontariato ai giovani); unl gruppetto composto da ragazzi e ragazze provenienti da una parrocchia di Spinea, ha rimesso completamente in ordine l'intero “centro commerciale”, rendendolo finalmente “abitabile”; essendosi svolta tale attività durante le giornate di chiusura, loro hanno chiesto di ritornarvi in un momento di distribuzione per vedere cosa avveniva realmente nella stanzetta.
-In questi ultimi anni, lavoriamo molto anche per i ragazzi di Casa Mons. Olivotti (casa di recupero maschile a Mira), e per casa S. Raffaele, una casa della Caritas Veneziana di accoglienza ragazzi maschi stranieri extra-comunitari.
E' tutto un lavoro nel mettere da parte indumenti adatti a ragazzi giovani, acquistare calzini, guanti, e regalare sempre un sorriso.
-Con i ragazzi di casa S. Raffaele da qualche anno come Comunità Locale, ci siamo impegnati nel far loro visita, far festa con loro, qualche grigliata e così via.
Ultimamente ci siamo proposti di andar a far loro visita più o meno una volta al mese e con chi può o chi se la sente della Comunità andiamo.
A Santo Stefano ci è stato chiesto di andarlo a festeggiare a casa loro e cucinare con loro.
Eravamo in sei di noi e 20-21 di loro, più il responsabile della casa e tre ragazzi volontari. Ci siamo trovati a cucinare il pesce, offerto da un pescivendolo loro amico, per circa 30 persone, un'esperienza bellissima!!!!!!!!
Altre volte siamo andati anche solo per prendere un caffè, per far sentire loro la nostra vicinanza, ed è ogni volta un ritornare a casa col cuore gonfio di gioia per aver vissuto dei momenti semplici, ma di fraternità.
Ci sembrava bello comunicare questa esperienza proprio perché la cosa, partita da pochi, e allargata a persone li’ del territorio, si è allargata poi alla comunità locale e cosi’ ora siamo un po’ di piu’ ad avere in cuore questa realtà. Ognuno dona quello che puo’ e come puo’. Pero’ una cosa sperimentiamo sempre: che fra noi della comunità locale anche questa è un’occasione per volerci sempre piu’ Bene!
M. Chiara scrive: “Io volevo dire ancora qualcosa riguardo alla stanzetta. Io cerco di dedicare un po’ del mio tempo al mercoledì pomeriggio e mi sono presa il compito di sistemare le scarpe. E’ stata un’esperienza molto bella quando ai primi di novembre sono venuti i giovani per le “72 ore con le maniche in su”. Questi ragazzi con la loro vivacità, giovinezza e allegria in poco tempo hanno sistemato parecchi grandi scatoloni contenenti scarpe tutte mescolate tra loro. L’ultimo giorno della loro permanenza la stanza era perfetta…io ero piena di gioia nel vedere tutto bello in ordine…per carità è durato poco, però è stato bello!! Io vado in stanzetta anche per incontrare le varie persone che operano come volontarie, più di tutti ho piacere di incontrare Fiorella (che io chiamo scherzosamente la direttrice) e poi tutte le altre persone, così diverse e per questo ancora più belle. Poi un’altra esperienza connessa alla stanzetta sono i due mercatini che effettuiamo due volte all’anno. Anche questi per chi vi partecipa, sono momenti molto aggreganti, ove ognuno di noi cerca di mettere a frutto i propri talenti, operando tutti per lo stesso scopo.
Inoltre io lavoro presso un ufficio comunale, ormai tra colleghi si sa che io ho contatti con la stanzetta di Mira Porte e mi chiedono se possono portare vestiti, scarpe, ecc..; mentre le colleghe dell’ufficio assistenza mi chiedono se posso procurare pentole, vestiario ecc. per i loro assistiti. Qualche volta viene una signora anziana a chiedermi se le procuro qualcosa. Ma nel suo volto vedo un barlume di gioia nel ricevere, oltre alla borsa materiale, anche un sorriso, una parola buona o semplicemente la disponibilità ad ascoltarla.
Lo stesso vale con i giovani e meno giovani di casa S. Raffaele, cioè è bello andare là per interagire con loro, portare un po’ di calore, dare la nostra disponibilità all’ascolto…in poche parole nel farsi UNO”.
Sabina scrive: “Daniele continua ad andare sempre il lunedì e per lui è veramente importante, non prende nessun impegno perchè per lui la “stanzetta” è al primo posto. Si sente coinvolto in prima persona ed è entusiasta dei rapporti costruiti con tutti.
Anna scrive: “Ho iniziato anch’io due anni fa a conoscere questa realtà di Casa S. Raffaele quando ne è stato parlato nella Comunità locale e da subito mi sono sentita interpellata. Ho incominciato ad andare li’ quando ho potuto assieme ad altri della comunità, ad incontrarmi con tanti volti giovani, a fare mie quelle loro esperienze di tanto dolore e attese. Con tanti, la maggior parte, non ci capiamo con la lingua, ma,……mi sto accorgendo che il linguaggio dell’amore va oltre. Altri invece parlano un po’ di italiano, e allora,… anche loro si mettono in atteggiamento di amare e traducono. Mi accorgo quanto contenti sono loro, ma la piu’ contenta – lo confesso – sono sempre io, ogni volta. Sperimento sempre che la semplicità nell’amare è la prima cosa che devo fare. Cosi’, fare qualche gioco con loro, cucinare con loro, preparare la tavola con loro, lavare i piatti con loro, … sono tutte occasioni per me perché ogni volta ritorno a casa col cuore pieno di gioia. Col cuore che ha ricevuto tanto. Una delle ultime volte, Manuela è venuta con dei giochi da fare e – veramente - ho notato quanto sia anche importante giocare con questi ragazzi, anche se sembrerebbe assurdo farlo con tutto quel bagaglio di sofferenza che ognuno si porta dietro.
L’ultima volta ho invitato anche un mio fratello e la moglie e sono stati felicissimi. Anzi, mi hanno già detto che quando possono si impegnano anche loro a venire.
Credo che piu’ allarghiamo questa cosa, piu’ facciamo conoscere questa realtà a tanti altri, ecco che………diamo la possibilità di amare ad altre persone. Diamo la possibilità ad altri di “andare assieme nelle periferie esistenziali”.
Testo: Parola di vita